Dopo le vicende Nivea contro Neve Cosmetics, una nuova causa travolge il mondo cosmetico italiano: Kiko fa causa a Wycon.
Il motivo? Il concept e gli arredi dei negozi Wycon sarebbero troppo simili a quelli degli store della casa cosmetica bergamasca del gruppo Percassi.
KIKO VS WYCON
Chi è Kiko? Kiko Cosmetics è un marchio italiano con sede a Bergamo, oggi distribuito in tutto il mondo, caratterizzato da uno stile fashion, proposte accattivanti che seguono i trend moda del mondo beauty a prezzi competitivi.
E Wycon? Wycon Cosmetics è un brand milanese giovane e colorato che si è imposto negli ultimi anni con una linea cosmetica molto simile a quella di Kiko per quanto riguarda l’approccio moderno alla cosmesi, i cui prezzi sono alla portata di tutte le tasche.
KIKO ACCUSA WYCON
Perchè Kiko ha fatto causa a Wycon? Perchè gli store del brand parrebbero ‘copiare’ in maniera esatta quelli di Kiko, presenti sul territorio nazionale dal 2006.
Nello specifico, come dichiarato nella sentenza “Il design dell’arredamento di Kiko prevede simmetrie ed essenzialità nella combinazione di open space, grandi grafiche retroilluminate, prodotti inseriti in alloggi traforati in plexiglass su isole a bordo curvilineo, schermi Tv incassati, colori bianco-nero-rosa-viola, e luci a effetto discoteca”, uno stile ben riconoscibile ripreso in maniera troppo fedele da Wycon.
LA SENTENZA
La sentenza a cui si fa riferimento è la n. 11416/15 depositata il 13 ottobre 2015.
La sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale di Milano ha accolto le richieste presentate da Kiko srl, rappresentata dallo Studio Legale Mondini Rusconi, sostenendo che Wjcon Srl dal 2009 avesse “replicato” nei propri negozi il progetto di design di arredi di interni per monomarca stilato nel 2005 dallo studio Iosa Ghini Associati srl ed utilizzato sin dal 2006 in 299 negozi in Italia di Kiko.
La sentenza ha quindi inibito a Wjcon l’utilizzo nei suoi punti vendita del complesso degli elementi di arredo caratterizzanti i negozi a marchio Kiko, condannando la società al risarcimento dei danni.
In questo senso infatti il Tribunale di Milano ha ordinato a Wjcon, entro due mesi, la sostituzione dell’arredamento interno dei 120 negozi italiani “copiati” da Kiko srl, pena – in caso di inadempienza – una sanzione di 10.000 euro per ogni negozio che al 60esimo giorno non fosse ancora stato modificato.
Si aggiunge a questa accusa un altro dettaglio scomodo: la sentenza ha giudicato infatti Wjcon colpevole di “concorrenza parassitaria”, per avere posto in essere “un comportamento di pedissequa imitazione del complesso delle attività commerciali e promozionali” di Kiko.
IL RISARCIMENTO A KIKO
A questa possibile sanzione si aggiunge un risarcimento di 716.000 euro da parte di Wycon a favore di Kiko, per aver leso l’immagine di Kiko Milano proponendo uno stile di arredamento molto simile al suo, andando ad intaccarne il “carattere creativo e originale meritevole della tutela del diritto d’autore”.
LE VOSTRE OPINIONI
Cosa pensate di questa vicenda? Trovate che effettivamente lo stile dei punti vendita dei marchi di make up Kiko e Wycon siano troppo simili e la sentenza sia corretta oppure trovate facilmente distinguibili i due brand italiani?
Fateci sapere la vostra opinione lasciando un commento!
Questa notizia non la sapevo…comunque entrambi sono ottimi e seri brand, che non hanno sicuramente bisogno di queste cose.
Secondo me a Kiko brucia il fatto che non ci sia stato un ritorno economico dopo aver investito in design dei vari pack delle varie collezioni. Purtroppo credo che ormai stiano investendo più nell’immagine che nella qualità dei prodotti
Mi spiace tanto per la Wycon, secondo me non meritava questo affronto!
Prima Neve e Nivea, ora loro, i prossimi chi saranno?! :S
MA ORA TUTTI FANNO CAUSA???
Onestamente non penso che wycon abbia copiato lo styling di kiko … non ho mai avuto questa sensazione! Sono dell’opinione che due negozi possono essere identici ma il saper attrarre clientela e saperla fidelizzare dipende dai prodotti e dai consulenti che vengono messi al suo interno! Da Kiko non ho mai trovato ragazze qualificate a ricoprire il ruolo che hanno nello store … mentre da wycon ho sempre trovato consulenti che sapevano di quello che parlavano! Quindi forza wycon!
Effettivamente lo stile del negozio Wjcon ricorda moltissimo quello dei negozi Kiko…anche il packaging per certi prodotti è simile…per non parlare del range di prezzi…gli ho sempre trovati molto molto simili anche per qualità di prodotti….pensavo facessero parte della stessa azienda infatti…
secondo loro le clienti comprano i prodotti dell’altro brand perchè si sbagliano ad entrare nel negozio . …che cavolata!!!
sinceramente ho sempre notato i brand completamente identici, infatti pensavo che fossero della stessa azienda
effettivamente non sei la sola Anto 🙂
Il fatto sussiste eccome, anche l’ultima collezione richiama la Rebel Romantic di Kiko già nel nome (quella Wycon è Rebel Icon) il packaging esterno e interno (i Tao Eyeshadow ricordano gli Sphere Duo Wet&Dry, i loro Magma ricordano i Water Eyeshadows, già ripresi anche da Sephora, i Lasting color sono identici ai Long Lasting Stick di Kiko e via così, c’è solo l’imbarazzo – tanto – della scelta…) e poi i negozi, l’impostazione del sito. Ho sempre pensato che dietro a Wycon ci sia un ex dipendente Kiko, troppe similitudini 😀
Comunque c’è da dire che scoppiazza un po’ tutti i packaging, Rimmel, Nyx, MAC, UD… io non discuto sui prodotti, provati alcuni e mi sono piaciuti, ma in questo caso Kiko ha ragione.
diciamo che in generale tutti i marchi seguono tendenze moda che vengono di volta e volta rielaborate, ma in questo caso lo stile del negozio è davvero molto simile!
Un’ assurdità dietro l ‘ altra a mio parere ,e se poi dobbiamo dirla tutta i prodotti wycon mi sembrano anche migliori di kiko. La questione dell ‘ arredamento mi pare una scusa bella e buona
Mah credo di vivere in un mondo che gira al contrario. Ora posso capire la grande griffe che denunci le case che copiano ma diversamente non ha senso! L’arredamento??? Ma grazie al cieli sappiamo leggere e capiamo se stiamo entrando da un marchio piuttosto che da un altro! Credo che vi sia ben altro sotto e che questo sia solo un modo per eliminare la concorrenza!!!
In molti l’hanno pensato 😉 In realtà io credo che esistano casi molto più eclatanti di copiature spudorate.. che però non sono ancora state messe in discussione. Detto ciò, penso che sia Kiko che Wjcon siano brand low cost interessanti per i prodotti che propongono, ed è proprio sui prodotti che dovrebbero essere giudicati dalle consumatrici.
Kiko realizza spesso delle collezioni simili a quelle famose (ma non è l’unico) e quindi prima di lanciare la pietra contro wycon, dovrebbe pensare anche ai suoi prodotti. Io non amo le cose copiate ed infatti cerco di acquistare sempre prodotti nuovi ed originali e che purtroppo non vedo +. Ormai è una corsa agli stessi prodotti e confezioni, e i brand low cost si concentrano troppo nella realizzazione di prodotti simili a quelli costosi, ma a basso costo. Io penso che un brand low cost possa crescere e diventare anche un brand famoso e costoso, ma deve essere creativo, ecc. Io personalmente tra i due vedo solo una differenza di prezzo! Mentre tra Nivea e Neve le differenze sono notevoli almeno sui prodotti.
senza parole … come la nivea con neve … assurdo!
Per quanto possa sembrare assurdo (quello dell’arredamento è un chiaro pretesto e come motivazione fa quasi ridere), secondo me, questa volta il fatto sussiste. Una causa legale non è quasi mai una buona mossa a livello di immagine (visto che proprio di quella si discute), in questo caso perché è un po’ come urlare a tutti che si è imitabili dal primo che passa. Però, tutto sommato, questa volta credo ne uscirà vincente Kiko. Wycon è giovane, ma ha dimenticato che per sopravvivere sul mercato, specialmente agli inizi, bisogna portare qualche solida differenza, o, almeno, affidarsi ad un’ottima strategia di comunicazione. E parlando di libera concorrenza, come cliente di entrambi posso dire che mentre Kiko, pur essendo in vetta ai marchi low cost, vanta alcuni prodotti che preferisco agli standard da profumeria, Wycon non mi ha convinta del tutto sulla qualità. Credo che, cinicamente parlando, questa volta la mossa dei manager di Kiko sia stata più che sensata: l’immagine di Wycon è troppo debole per causare loro qualche danno. Sprecare soldi e tempo in strategie diverse avrebbe solo dato vantaggio al concorrente, perdendo l’occasione perfetta per batterlo sui suoi stessi errori. Consapevole o no, purtroppo Wycon si è ritrovata a mangiare dal piatto di un cacciatore più esperto, senza un piano e fantasticando che questi non se ne sarebbe mai accorto.
la formula kiko è sicuramente vincente, pertanto è normale che molti brand più giovani ne ‘traggano ispirazione’, per così dire. diciamo che in questo caso l’ispirazione è decisamente andata oltre. staremo a vedere come andrà a finire! 🙂
Grande stronzate. . Ognuno è libero di arredare come vuole! Continuo a comprare da wijcon ottimi prodotti. Inoltre quanti aprono un attività imitandone un’altra? Esempio.. Burger King!
già, di questi esempi ce ne sarebbero davvero molti, ma diciamo che ‘legalmente’ le sfumature e i cavilli sono diversi, dunque sta effettivamente ai giudici valutare. noi possiamo solo tenere gli occhi aperti e scegliere quello che più ci piace, interessa e soddisfa! un bacio sheila!
veramente è nato prima Burger king 1954 e poi il Mc 1955